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Coronavirus, cosa succederebbe in Italia se si riaprisse tutto? «Fino a 151 mila persone in terapia intensiva»

La relazione riservata del comitato tecnico scientifico che ha spinto il governo a varare una fase 2 «limitata» prevede, nel caso in cui si riapra tutto troppo rapidamente, un aumento esponenziale dei ricoverati nelle terapie intensive

Che cosa succederebbe se, in Italia, si decidesse di riaprire tutto, immediatamente, incluse le scuole, e facendo marcia indietro anche sullo smart working? La risposta fornita dagli esperti del comitato tecnico-scientifico al governo è stata preoccupante: 151 mila persone in terapia intensiva, con un totale di ricoveri a fine anno a 430 mila. E che cosa, invece succederebbe se a rimanere chiuse fossero solo le scuole? I ricoveri in terapia intensiva, nel momento di picco, potrebbero essere 109mila, con un totale a fine anno di 397mila. Dati — quelli inseriti nella relazione riservata del comitato al governo datata 22 aprile, che trovate qui sopra in versione integrale — talmente preoccupanti da spingere l’esecutivo a varare un decreto sulla fase 2 più prudente di quanto molti si aspettassero.

Come scritto qui, i tecnici hanno avvertito il governo che «analizzando i dati sull’andamento del contagio appare evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto». Sebbene, secondo i tecnici, «nella realtà attuale il valore di R0 è inferiore a 1», persistono «nuovi casi di infezione in tutto il contesto nazionale che stanno ad indicare la necessità di mantenere elevata l’attenzione». Essendo evidente dalle simulazioni che «se R0 fosse anche di poco superiore a 1 (ad esempio nel range 1.05-1.25) l’impatto sul sistema sanitario sarebbe notevole, è evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto».

E poi aggiungono: «Gli scenari compatibili con il mantenere R0 sotto la soglia di 1 sono quelli che considerano la riapertura — a patto che vengano adottate tutte le misure di distanziamento sociale e di igiene personale ed ambientale — dei settori Ateco manifatturiero, edilizio, commercio correlato alle precedenti attività e con le dovute limitazioni alle situazioni che generano forme di aggregazioni (es. mercati e centri commerciali) e trasporto locale correlato alle attività di cui ai punti 1, 2 e 3». No alla riapertura di scuole e no alle messe: sì, invece, a tre «variabili determinanti per contenere il valore di R0 sotto a 1 che sono: 1. il rispetto delle raccomandazioni dei sistemi di trasporto; 2. la raccomandazione all’uso delle mascherine per comunità in tutti i luoghi pubblici confinati (le cui caratteristiche saranno approfondite in uno specifico documento in corso di emanazione) da parte di tutta la popolazione; 3. il mantenimento del distanziamento sociale e dell’igiene frequente delle mani e ambientale in tutte le attività».

fonte corriere.it

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