Conte annuncia conferenza stampa in diretta nazionale per 13,30. Ecco cosa sta succedendo

Il via libera al testo è arrivato nella tarda notte dopo un confronto con le regioni e i capi delegazione. Tra le misure anti-Covid per tentare di abbassare la curva dei contagi confermato lo stop per bar e ristoranti alle ore 18. Sarà il premier ad illustrare nel pomeriggio le norme che saranno valide fino al 24 novembre
Il premier Giuseppe Conte ha firmato nel corso della notte il nuovo Dpcm con le misure restrittive anti-Covid, tra le quali la chiusura alle ore 18 di tutti i ristoranti, bar e gelaterie. Il governo, si apprende ancora, sta accelerando sulle misure di ristoro da 1,5-2 miliardi per le categorie messe più in difficoltà dalle misure. Un Consiglio dei ministri potrebbe essere riunita nelle prossime ore. La conferenza stampa è stata convicata per le 13.30. Il Dpcm sarà in vigore da domani al 24 novembre.
Nuovo Dpcm, i presidi: così si lede autonomia scuola
“Dad anche oltre il 75% alle superiori? Non si può imporre alle scuole qualcosa che sono i dirigenti di istituto a dover decidere. L’autonomia scolastica è in pieno vigore ed è tutelata dalla Costituzione, e serve a far sì che ogni scuola offra un’offerta formativa calibrata sulle diverse esigenze del territorio”. A parlare è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Imporre vincoli nazionali e regionali contravviene al principio legale – aggiunge – perché quello che si decide in una grande città non va bene per i piccoli centri, le periferie o i centri rurali”.
Agis: cinema e teatri sicuri, stop scelta devastante
“Esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo”. Lo sottolinea il presidente dell’Agis, Carlo Fontana, in una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini. Fontana precisa che “i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale”. “Una nuova chiusura delle attività del settore – aggiunge -comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese”.