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Facoltà umanistiche e lavoro: 5 opportunità da valutare

Sulle facoltà umanistiche aleggiano numerosi luoghi comuni, legati soprattutto al basso tasso di occupazione dopo la laurea. Stando ai dati sembra infatti che chi si laurea in queste discipline sia destinato a lavorare poco, male e con stipendi bassi. Se si guarda però alle novità del mercato e alle evoluzioni tecnologiche, ci si renderà conto che lo scenario non è così disastroso e che anzi, una laurea in filosofia che si può conseguire online iscrivendosi ad atenei come Unicusano, permette di accedere a settori innovativi e di essere cruciale per sviluppare sistemi avanzati di intelligenza artificiale. I laureati in discipline umanistiche sono dunque fondamentali per dare alla scienza quel quid che manca per rendere gli strumenti efficaci e per dare il giusto spazio alla divulgazione di progetti e obiettivi aziendali. Abbiamo selezionato 5 opportunità da valutare per sfatare il mito delle laurea umanistiche poco richieste.

Specializzarsi nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale

 
 

L’Intelligenza Artificiale è la nuova frontiera dell’interazione uomo-macchina. Ne subiamo quotidianamente gli effetti ed è sempre più comune parlare con un robot per chiedere informazioni ad aziende, interagire con il servizio clienti e gestire macchine con cui si lavora. C’è però qualcosa che gli scienziati e i tecnici non riescono a perfezionare da soli ed è il motivo per cui sono indispensabili i laureati in discipline umanistiche. Parliamo della gestione dell’impatto etico e sociale di questi strumenti che va assolutamente analizzato per non farsi dominare da macchine e per tenere sempre vivo l’insostituibile contributo della mente umana.

Lavorare nel mondo delle risorse umane

Uno degli sbocchi lavorativi più lineari di chi si laurea in discipline umanistiche è sicuramente il mondo delle risorse umane. Negli ultimi anni però quest’attività è molto cambiata e quando ci si riferisce al HR non si parla solo di colloqui o gestione del team ma di una vera e propria progettazione di policy relazionali con l’obiettivo di migliorare non solo il benessere di chi lavora in azienda ma far emergere anche il valore dell’idea aziendale e di diffonderlo sui molteplici canali di comunicazione. Un responsabile delle risorse umane deve quindi tenere conto di numerosi aspetti e per farlo deve diventare un top manager alla pari di chi lavora nel settore tecnico.

Affiancare e i progettisti delle machine learning

I big data sono croce e delizia del nostro tempo. Sono infatti fonte inestimabile di informazioni utili per costruire i propri progetti di business, ma se mal utilizzati possono portare a spiacevoli conseguenze per la comunità. Per questo serve la sensibilità, la preparazione e la capacità di problem solving di un laureato in discipline umanistiche che sa vedere nei dati la componente sociale da tutelare e interpretarli per essere utilizzati in maniera etica. Le macchine infatti non potranno mai sostituire l’intelligenza umana e bisogna istruirle per dare le risposte giuste e valutare i dati in maniera corretta.

Unire formazione umanistica a competenze digitali

L’associazione tra competenze umanistiche e digitali sta diventando ormai una prassi e, secondo i dati Istat, le imprese negli ultimi 5 anni hanno proprio investito sulla formazione digitale per la crescita della loro realtà imprenditoriale. Chi dunque oggi si laurea in discipline umanistiche e ha un background digitale per passione o perché ha seguito dei corsi, ha un vantaggio competitivo rispetto ai colleghi molto elevato ed è più richiesto di chi segue un percorso tecnico che gli dà la possibilità di avere un unico sbocco lavorativo.

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