Covid, la nuova variante è in Italia: il primo caso identificato è in un paziente a Roma
Il ministero della Salute ha annunciato che la nuova variante del virus Sars-CoV-2, è stata identificata in un soggetto rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito
Il ministero della Salute ha comunicato che la nuova variante del virus Sars-CoV-2 — il coronavirus responsabile del Covid-19 — è presente anche in Italia.
«Il Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare del Celio, che in questa emergenza sta collaborando con l’Istituto Superiore della Sanità, ha sequenziato il genoma del virus SARS-CoV-2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna», ha scritto il ministero della Salute italiano in un comunicato. «Il paziente, e il suo convivente rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure stabilite dal Ministero della Salute».
Per la prima volta é stata identificata in Gran Bretagna e sarebbe oltre il 70% più virale. Il virus ha mutato e questa è una pessima notizia
Per far fronte a questa variabile il governo britannico ha deciso nella giornata di sabato 19 dicembre una serie di nuove misure di contenimento. Ieri l’Italia è molti paesi europei hanno vietato voli dalla Gran Bretagna, forse però è stato troppo tardi
In Italia il blocco dei voli —unito al divieto di ingresso nel Paese per chi sia stato in Gran Bretagna nei 14 giorni precedenti al 20 dicembre, e al tampone obbligatorio per chi, arrivato dalla Gran Bretagna o transitato dalla Gran Bretagna nel corso dei 14 giorni precedenti al 20 dicembre, sia già in Italia — sarà attivo fino al 6 gennaio.
Data la sua alta trasmissibilità, è altamente probabile che venga riscontrata, nei prossimi giorni, anche in altri Paesi.
Secondo quanto emerso dalle prime analisi, la nuova variante non sarebbe più letale di quella finora dominante, e i vaccini predisposti contro il coronavirus — sia quelli già approvati da diverse autorità sanitarie nel mondo, sia quelli in produzione — dovrebbero mantenere la loro efficacia anche contro questa nuova variante.