Grecia, Turchia e Italia: cosa succede nel Mediterraneo?

Il Mar Egeo unisce Grecia, Turchia e Bulgaria in un’estensione di acque marine composto da isole e isolette, canali e distretti. La scoperta di nuovi giacimenti minerari trasformeranno questo bacino racchiuso da spiagge e panorami bellissimi in un nuovo centro di interessi economici e strategici. I primi coinvolti sono Grecia e Turchia, la Russia non si è espressa sulle ultime tensioni Mītsotakīs e Tayyip Erdogan; Francia, Germania e Italia sono impegnate in un’azione diplomatica congiunta con entrambi i paesi.
Grecia e Turchia sono alleate Nato e Trump, in piena campagna elettorale, ha espresso preoccupazione per un’area non troppo lontana da zone calde come Tripoli. La pretesa della Grecia di voler estendere il proprio territorio marittimo è anche una risposta alla presenza delle navi estrattive di Erdogan, a caccia di gas e petrolio per i propri interessi economici e politici. Germania, Francia, Usa e Italia non si limitano ad un dialogo con i due paesi per evitare una guerra, hanno scelto il Mar Egeo per esercitazioni militari congiunte. Nessun paese parla di una guerra o la preparazione di una battaglia, nemmeno Turchia e Grecia. La presenza militare però preoccupa gli esperti, le associazioni umanitarie coinvolte nell’assistenza e soccorso a profughi di guerra e immigrati nel Mediterraneo. Preoccupa tutti i paesi finora citati perché si è di fronte ad una nuova scrittura storica e politica internazionale del Mediterraneo.
Che cosa vuole la Grecia per i suoi confini?

Le ultime volontà che hanno alterato una situazione già esplosiva riguardano la Grecia che ha chiesto di estendere le acque territoriali nautiche, i confini con 6/12 miglia vengono spostati fino al Mar Ionio. Il Premier Kyriakos Mitsotkis presenterà un progetto di legge dedicato. Dichiara che si esercita un diritto sovrano inalienabile, citando l’articolo 3 della Convenzione sul diritto marittimo.

Il Presidente Turco, Recel Tayyip Erdogan, da tempo in contrasto per la richiesta di sanzioni contro le sue trivellazioni, ha dichiarato che non farà concessioni nel Mediterraneo Orientale. “Non abbiamo mire sul territorio, sovranità ed interessi di qualcun’altro, ma non faremo concessioni su quello che è nostro”. Erdogan parla del disegno di legge greco come un errore che aprirà un percorso verso la rovina e avverte:
“Che nessuno osi testare la pazienza della Turchia perché Ankara non ha nessuna intenzione di permettere che qualcuno prenda di mira i suoi interessi e la sua sovranità”.
L’Italia e le esercitazioni militari nel Mediterraneo Orientale

Non è la prima volta che i principali paesi europei affianchino ad un dialogo diplomatico anche una presenza militare seppur non di guerra. Ci sono due paesi, Grecia e Turchia, che rischiano di creare un nuovo scacchiere nel Mediterraneo e a pochi chilometri da aree molto calde (Siria, Libia, Beirut, eccetera). Gli Stati Uniti hanno ammonito i due alleati Nato e hanno portato il loro cacciatorpediniere US Churchill nell’esercitazione congiunta con la Turchia.
Si sono tenute quindi, due esercitazioni navali distinte sempre nel Mar Mediterraneo. La prima di Italia, Grecia e Cipro a sud di Creta, la zona dove da Ankara partono le ricerche di gas e petrolio. Le navi militari della Turchia hanno agito, sempre come esercitazione, insieme al cacciatorpediniere degli Stati Uniti. L’Italia dialoga da tempo con la Turchia ma ha partecipato ad entrambe le esercitazioni contrastando una polarizzazione dell’area Egeo/Mediterraneo verlo lo Ionio.
Il nostro ministro della difesa Lorenzo Guerini, da Berlino ha invitato tutti ad un “linguaggio di responsabilità” e ha dichiarato che non c’è un reale rischio di guerra tra Grecia e Turchia.