Tragica notizia per il direttore di orchestra Riccardo Muti

Tragica notizia per il direttore di orchestra Riccardo Muti La notizia arriva ad un mese dal compimento degli 80 anni. Notizia che rattrista i milioni di fan del maestro più famoso dei nostri tempi. Prima di continuare a leggere la notizia potrebbe interessarti: Oroscopo prossima settimana dal 28 Giugno al 4 Luglio- Tutti i segni Adesso continuiamo a leggere la notizia: PER CONTINUARE A LEGGERE >> CLICCA QUI << OPPURE SU PAGINA 2 QUI SOTTO: Tragica notizia per il direttore di orchestra Riccardo Muti Pungenti le parole di Riccardo Muti, il direttore di orchestra che tra un mese compirà 80 anni: «Mi sono stancato della vita. Perché è un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo. Come nel Falstaff: 'Tutto declina'». Il direttore prosegue: «Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi, severissimi. Ricordo un'interrogazione di latino alle medie. L'insegnante mi chiese: 'Pluit aqua'; che caso è aqua? Anziché ablativo, risposi: nominativo. Mi afferrò per le orecchie e mi scosse come la corda di una campana. Grazie a quel professore, non ho più sbagliato una citazione in latino. Oggi lo arresterebbero», sottolinea Muti. CONTINUA A LEGGERE CLICCANDO >> QUI << O SU PAGINA 3 QUI SOTTO: Poi dedica qualche parole al suo mestiere e alla domanda: “ Non riconosce più neanche il suo mestiere? “ risponde: «purtroppo no. La direzione d'orchestra - spiega - è spesso diventata una professione di comodo. Sovente i giovani arrivano a dirigere senza studi lunghi e seri. Affrontano opere monumentali all'inizio dell'attività, basandosi sull'efficienza del gesto, talora della gesticolazione». Toscanini, continua il Maestro, «diceva che le braccia sono l'estensione della mente. Oggi molti direttori d'orchestra usano il podio per gesticolazioni eccessive, da show, cercando di colpire un pubblico più incline a ciò che vede e meno a ciò che sente».

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