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Intervista ad Anarchybrain

Torniamo a parlare del progetto “Anarchybrain”, nome d’arte dell’artista romano Fabio Varrone.
E’ online il suo nuovo disco “Ho perso la strada” ed abbiamo voluto scoprire di più su questo lavoro e sull’artista stesso.

Ecco la nostra intervista.

Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di Buongiorno Con Il Cuore. Raccontaci il tuo progetto musicale: Anarchybrain, già il nome sembra nascondere un significato…

E’ un piacere essere qui con voi, si il mio nome in realtà rappresenta la mia indipendenza di pensiero, oltre a rappresentare una fede personale che spesso viene utilizzata come capro espiatorio dai giornali per coprire ciò che non si vuol far vedere. Ma l’origine ufficiale del nome nacque anche da due soprannomi che mi hanno dato. Enrico Capuano, noto cantautore Romano mi chiamava “Anarchia”, per via del fatto che avevo una maglia col simbolo anarchico, ho anche una band chiamata The Brainwash. La gente spesso mi chiamava Brain oppure Anarchia quindi ho unito i due soprannomi ed è uscito fuori Anarchybrain.

Parlaci adesso della vostra ultima uscita, il disco Ho perso la strada.

Questo disco nasce in un brutto periodo della mia vita. Avevano appena diagnosticato un linfoma grave alla mia cagnolina ed ero disperato, così da ex cristiano cattolico mi rifugiai nella preghiera per l’ennesima volta, senza mai ottenere risposta. Quando mi resi conto che stavo solamente parlando con il soffitto di casa capii che la religione potrebbe essere qualcosa di diverso da ciò che ci hanno sempre in segnato oppure è pura fantasia per sottomettere ed illudere le persone. Così in una notte di Ottobre 2019 cominciai a scrivere i testi dell’album, ma ho cominciato le registrazioni solamente dopo Agosto 2020 quando la mia cagnolina purtroppo è deceduta.

anarchybrain ho perso la strada

A cosa ti sei ispirato durante la loro scrittura?

A tutte le parole dette da sacerdoti negli anni, ad esempio nel brano “Libero Arbitrio Imposto” io ho inserito nel testo dialoghi realmente avvenuti tra me ed alcuni sacerdoti durante periodi brutti, come ad esempio la morte di un parente caro.

Quali sono, all’interno del panorama nazionale, gli artisti a cui ti ispiri?

Per quanto riguarda le figure cantautorali mi ispiro a Piero Ciampi e Luigi Tenco, ma come tutti sanno adoro il rock progressivo italiano come: PFM; Banco del Mutuo Soccorso; Biglietto Per l’Inferno ma soprattutto il Buon Vecchio Charlie visto che sono un grandissimo fan ed ex collaboratore di Richard Benson.

Quali sono i prossimi progetti e sogni nel cassetto?

Ho 5 album già pronti e finiti, vorrei pubblicare «Livorno – Omaggio a Piero Ciampi» cantautore che io adoro ed il secondo capitolo dell’album prog: «Bomarzo» che verrà completato fra qualche anno con un terzo lavoro che la mia mente sta ancora cercando di costruire.

Per quanto riguarda il mio sogno nel cassetto: Vorrei che la musica tornasse ad essere qualcosa di bello e non una questione di consumo con cantanti e band costruiti a tavolino che cantano canzoni scritte dagli stessi nomi e che le etichette discografiche la smettano di chiedere i soldi agli artisti per con produzioni che in realtà portano vantaggio solamente a loro.

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