Salute

Esofago di Barrett: cos’è e come si cura

Il reflusso gastrico non è solo un disturbo spiacevole e fastidioso, ma un vero e proprio problema che, se trascurato, può danneggiare le pareti interne dell’esofago e dare origine a una malattia definita Esofago di Barrett. 

Sebbene in molti casi venga curato con esiti positivi, l’esofago di Barrett, se trascurato, può dare origine a formazioni precancerose e vere e proprie neoplasie. 

Per questo motivo, chi soffre di malattia da reflusso gastroesofageo o presenta sintomi riconducibili all’esofago di Barrett dovrebbe agire il prima possibile e prenotare una visita con un medico specialista presso uno dei centri di eccellenza, così da sottoporsi ai dovuti controlli e ottenere una diagnosi precoce. Solo in questo modo potrà iniziare in tempi rapidi la terapia idonea e scongiurare eventuali spiacevoli complicazioni. 

Cos’è l’Esofago di Barrett 

L’Esofago di Barrett è una malattia che interessa la mucosa dell’esofago. Sebbene a causarla sia principalmente il reflusso gastrico che, a causa della sua acidità, corrode lentamente le pareti dell’esofago, esistono anche altri fattori che possono favorire la comparsa della malattia. Tra questi rientrano il consumo di alcool, il fumo, l’età, la predisposizione genetica e il sovrappeso. 

L’azione dell’acido gastrico porta alla mutazione della mucosa esofagea, la quale diviene simile a quella intestinale e, con il tempo, potrebbe portare anche alla formazione di tumori. 

Esofago di Barrett sintomi 

I sintomi dell’Esofago di Barrett possono essere confusi con quelli tipici del reflusso gastrico, in quanto sono pressoché simili. Tra questi rientrano: 

  • bruciore percepito dietro lo sterno; 
  • infiammazione delle corde vocali; 
  • rigurgiti acidi in bocca; 
  • difficoltà di deglutizione; 
  • bruciore e dolore durante la deglutizione; 
  • tosse secca; 
  • dolore addominale. 

Nei casi più gravi e avanzati possono aversi feci nere, causate dalla presenza di sangue digerito, e ulcerazioni delle pareti dell’esofago. 

Esofago di Barrett: si può guarire? 

La possibilità di guarigione dell’Esofago di Barrett dipende dal livello di gravità raggiunto dalla malattia nel momento in cui viene effettuata la diagnosi. 

Questo rende indispensabile rivolgersi al medico il prima possibile, non solo laddove si temesse di avere già contratto la malattia, ma anche nel caso in cui si soffrisse di reflusso gastroesofageo. 

Nei primi stadi, il medico cercherà di intervenire, attraverso terapie farmacologiche, sulla causa scatenante principale, ossia sul reflusso gastrico, così da interromperne l’effetto corrosivo. Contemporaneamente, laddove fossero già presenti delle lesioni, potrà aggiungere una terapia volta a ripristinare la mucosa esofagea. 

Nel caso in cui la malattia avesse già raggiunto uno stadio avanzato, dopo un’accurata analisi della situazione, il medico potrà scegliere di ricorrere a una delle numerose terapie alternative a quella farmacologica, la quale, in questo caso, potrebbe non risultare sufficiente. 

Tra le terapie alternative rientrano il laser, l’asportazione chirurgica o con strumenti endoscopici, l’uso della radiofrequenza e la terapia fotodinamica. In casi estremi, è possibile ricorrere all’asportazione dell’intera porzione di esofago danneggiata. 

Sarà comunque compito del medico curante individuare la terapia più adatta al singolo caso, mentre il paziente non dovrà fare altro che seguire diligentemente le sue istruzioni. 

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