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Viviana Parisi: le impronte sul traliccio non sono le sue. Esclusi morsi sul corpo. La procura: “Indagini sulla sua situazione psicologica”

Nelle scorse settimane lo psichiatra incaricato dalla procura ha sentito i medici che hanno visitato la donna le due volte in cui è stata trasportata in ospedale prima dell’estate. La seconda dopo che aveva ingerito 8 pastiglie dell’antipsicotico che le era stato prescritto a marzo. “Devi curarti, devi prendere le medicine. Devi farlo per il tuo bene e per il bene del piccolo”, scrivevano i familiari in alcuni messaggi rivolti alla dj

Nessuna impronta sul traliccio e nessun morso di cani sul corpo. Contrariamente a quanto riferito dai legali di parte, i risultati degli esami della Scientifica condotti sulla struttura dell’Enel vicino alla quale è stato rinvenuto il corpo di Viviana Parisinon danno alcuna evidenza di traccia biologica. Erano stati scovati due segni, ma le analisi hanno escluso che si trattasse di impronte umane. Mentre dalle anticipazioni dei risultati dell’autopsia fornite alla procura dai medici legali incaricati, Elvira Spagnolo e Daniela Sapienza, non risultano sul corpo della dj torinese morsi di animali. Nessuna evidenza, dunque, di aggressioni esternefinora nella campagna di Caroniadove la donna è scesa una volta abbandonata l’autostrada.

Lo scorso 3 agosto, la donna ha infatti avuto un incidente nella galleria Pizzo Turda sull’autostrada Messina-Palermo. Si è scontrata con un furgoncino guidato da due operai di una ditta che svolgeva lavori di manutenzione per conto di Enel. La sua auto ha iniziato a sbandare, per poi fermarsi con la gomma forata al termine della galleria. A quel punto Viviana è scesa dall’auto, e con in braccio il piccolo Gioele che era con lei si è allontanata nella campagna circostante, così come riferito da testimoni. Solo cinque giorni dopo la sparizione, il suo corpo è stato ritrovato sotto un traliccio a quasi un km in linea d’aria dal punto in cui aveva abbandonato l’A20. Sono passati, invece, 16 giorni prima del ritrovamento dei resti del piccolo, rintracciati da un volontario tra quelli chiamati a raccolta dall’appello del padre, Daniele Mondello.

Da allora la procura di Patti, guidata da Angelo Cavallo, ha affidato incarichi a un pool di esperti, tra cui anche l’entomologo Stefano Vanni, la geologa Forense Roberta Somma e il noto psichiatra e criminologo Massimo Picozzi. Nelle scorse settimane proprio Picozzi ha sentito i medici che hanno visitato Viviana, le due volte in cui è stata trasportata in ospedale prima dell’estate. La prima volta a marzo scorso, al Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto, dopo che i vicini avevano lanciato l’allarme perché avevano sentito la donna gridare. Poi a giugno, trasportata d’urgenza dal marito dopo che aveva ingerito 8 pastiglie dell’antipsicotico che i medici le avevano prescritto in primavera.

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