Manutenzione caldaia: come e quando farla
Con l’arrivo dell’inverno e dei primi freddi diventa necessario, specie in alcune zone dal clima particolarmente rigido, accendere il riscaldamento.
In una casa, le modalità di riscaldamento sono numerose. Soprattutto quest’anno, con una tendenza dei costi energetici costantemente in rialzo, molti si sono attrezzati per compensare o sostituire la classica fonte di calore alimentata a gas, con altre forme di alimentazione.
Non sempre, però, questo è possibile o utile. Se si è effettuata una ristrutturazione o si ha acquistata casa da poco tempo, con l’impianto di riscaldamento e relativa caldaia nuovi e pienamente funzionante, optare per altro potrebbe comunque rappresentare uno spreco.
A ben guardare, comunque, anche se l’impianto di riscaldamento è collegato ad una caldaia classica, è possibile risparmiare.
Il mercato infatti mette a disposizione diverse tipologie di caldaie, alcune delle quali, per le loro caratteristiche, permettono di risparmiare, come ad esempio le caldaie a condensazione.
Ormai, un po’ tutti i brand di settore mettono a disposizione le più disparate tipologie di caldaie, come quelle proposte da Ariston, tra i leader del settore. Comparando caratteristiche, costi e consumi, si può facilmente trovare quella più adatta alle proprie esigenze.
Un altro modo per rendere più efficiente la caldaia e l’intero impianto di riscaldamento, ottenendo quindi dei risparmi in bolletta, è effettuare la manutenzione con una certa frequenza.
Spesso c’è molta confusione su questo argomento, perché non si sa quando effettuarla, chi dovrebbe occuparsene e come farla.
Il primo fattore da considerare è che il controllo caldaia è obbligatorio per legge, pertanto, è fondamentale conoscere a fondo le procedure per effettuare regolarmente la sua manutenzione.
Controllo caldaia: ogni quanto e come fare la manutenzione
Rispettare la frequenza dei controlli caldaia obbligatori è importante per assicurarsi che funzioni sempre al meglio. In realtà la cadenza con cui dovrebbe avvenire non la stabilisce il singolo proprietario, ma la legge, seppure questa non sia uguale per tutte le tipologie di alimentazione.
La frequenza, infatti, dipende dalla potenza, per cui il controllo fumi caldaia va effettuato ogni due anni su caldaie con potenza nominale fino a 35Kw, mentre va fatta ogni anno su caldaie con potenza fino a 100 Kw.
In ogni caso, indicazioni più specifiche sono riportate all’interno del libretto della caldaia.
La manutenzione dell’impianto va effettuata da un tecnico specializzato, che può essere convenzionato o meno con la casa produttrice e, in ogni caso, deve rispettare quanto riportato nelle specifiche del libretto illustrativo.
In linea di massima, la manutenzione prevede attività come la verifica del tiraggio dei fumi, il controllo dell’efficienza, la pulizia del bruciatore e dello scambiatore dei fumi, la verifica della tenuta di tutto l’impianto, della taratura e della ventilazione dell’ambiente in cui è collocata.
Nel controllo rientra anche la prova del funzionamento generale dell’impianto e l’individuazione di eventuali componenti danneggiati da riparare o sostituire.
Perché fare la manutenzione della caldaia
Qualcuno pensa erroneamente di poter soprassedere alla manutenzione della caldaia, ritenendo superflua questa operazione fintanto che l’impianto funziona bene.
Come anticipato, però, questo è un obbligo previsto dalla legge, con evidenti vantaggi anche per il singolo e la società.
Il controllo della caldaia, infatti, è finalizzato a mantenere efficiente il suo funzionamento nel tempo, evitando che questa possa inquinare più del dovuto o causare eventuali incidenti domestici a causa di un suo malfunzionamento. Inoltre, una caldaia ben tenuta permette anche di rendere più efficienti i consumi e abbattere così i costi in bolletta.