Muore Davide Compagnoni, fratello di Deborah. E’ stato travolto da una valanga
Jacopo Compagnoni, fratello della campionessa di sci Deborah e guida alpina di 40 anni, è morto dopo esser stato travolto da una valanga.
Si trovava in compagnia di un amico mentre stava scendendo con gli sci d’alpinismo dal canale Nord del Monte Sobretta, a circa 2850 metri di quota, nel territorio comunale di Valfurva (Sondrio) quando la valanga lo ha travolto.
LEGGI ANCHE: Muore il figlio di Nick Cannon: “Mio figlio Zen è morto di cancro al cervello a 5 mesi”
Il forte impatto
La valanga, con un fronte di oltre un centinaio di metri lo ha travolto. L’amico è rimasto illeso ed ha prestato i primi soccorsi. Immediatamente, Jacopo Compagnoni, è stato trasportato con l’elicottero all’ospedale di Sondalo.
Purtroppo sono stati inutili i tentativi di rianimarlo, è deceduto una volta giunto all’ospedale.
LEGGI ANCHE: Festa di matrimonio finisce in tragedia. Sorella della sposa, 23enne, muore investita di fronte al ristorante
Le condizioni subito dopo l’impatto
Le sue condizioni sono apparse subito disperate a causa dei gravi traumi riportati. L’amico con cui era insieme è rimasto illeso ed è stato proprio lui ad allertare i soccorsi. L’operazione di recupero è stata molto complessa. In un secondo volo il velivolo di Areu ha riportato a valle l’amico illeso.
“Sono Jacopo Compagnoni, faccio la guida alpina e il maestro di sci, vivo a Santa Caterina Valfurva, in alta Valtellina, e tutto l’anno accompagno i clienti sulle montagne, in questa zona e in tutte le Alpi, d’estate in alta montagna e in inverno si fa free ride e andando verso la primavera lo sci alpinismo”.
Si presenta così, in un video pubblicato online, Jacopo Compagnoni che continua:
“Sono sempre andato in montagna, mio nonno era guida alpina, mio papà anche e da piccolino mi portava quando c’era magari un posto libero, mi chiedeva e andavo insieme, da quando avevo 6 anni ho fatto quasi tutte le montagne qua, nel giro di 3 o 4 anni. Sicuramente ci vuole passione, poi visto da fuori sembra un lavoro bellissimo che non è neanche un lavoro, invece ci sono molte problematiche, siamo noi i responsabili di chi viene in montagna con noi e la priorità è sempre quella, di rendere sicura e agevole la gita di un cliente, renderla anche bella perché comunque vengono con noi per divertirsi. Possono venire le persone che si avvicinano per la prima volta alla montagna sia quelle più impegnative, qualcosa per tutti c’è”.