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++ULTIMO MINUTO++L’autopsia di Gioele è un enigma: resti compromessi, tracce di pietre e la distanza da Viviana…

Ad eseguire le analisi un team composto da medici legali, entomologi, geologi, zoologi, esperti in materia di tracce di animali. Tutti concordano: “È un caso difficilissimo”

Emergono prime evidenze e ancora tanti dubbi nel giorno dell’autopsia sui resti del piccolo Gioele, il bambino di 4 anni di cui, insieme alla mamma Viviana Parisi, si erano perse le tracce il 3 agosto scorso, dopo un incidente avvenuto sull’autostrada A20 Messina-Palermo. Accertamenti irripetibili di tipo biologico sono stati eseguiti dalla polizia scientifica di Palermo sull’Opel Corsa di Viviana Parisi. Li ha disposti il Procuratore di Patti su sei campionature effettuate il 6 agosto scorso sull’auto della donna per verificare l’eventuale presenza di profili genetici ed eventuali future comparazioni. Esami che, aggiunti a particolari emersi dall’autopsia sul bambino, fanno riprendere quota alla tesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.

Secondo i risultati della tac eseguita al Policlinico di Messina prima dell’autopsia, nel corpicino c’erano delle pietruzze che potrebbero essere utili ai periti per stabilire il luogo e la data della morte del piccolo. Ad eseguire le analisi un team di esperti, composto da entomologi, geologi, zoologi, esperti in materia di tracce di animali, che stanno cercando di stabilire non solo l’orario, ma anche la causa della morte del piccolo. Rimane inoltre da capire per quanto tempo il corpo del bambino sia rimasto nel luogo del ritrovamento.

“Capisco che ci sia questo bisogno di risposte, ma vi dico anche che c’è un milione di insetti e finché non analizzeremo questi insetti in laboratorio non si potrà dire molto. Oggi non è possibile capire se il bambino sia morto vicino alla madre Viviana”, ha detto il professor Stefano Vanin, entomologo nominato come perito dalla Procura di Patti, alla fine dell’autopsia a Messina. “Sono stati raccolti un sacco di elementi sia per quanto riguarda la componente medica che veterinaria ed entomologica – ha aggiunto – quindi di elementi ce ne sono. Come ogni corpo ha dato delle informazioni, quanto è informativo lo vedremo”.

“Adesso come nel caso della madre è tutto da analizzare in laboratorio. È un caso difficilissimo – ha spiegato l’entomologo forense – perché c’è un clima e un ambiente particolare, anche se qualche elemento informativo è stato estratto. Sul terreno ci sono dei ‘segni di giacitura del corpo’ – ha concluso il prof. Vanin – il terreno non è compromesso, ma è un ambiente su cui sono passare delle persone”.

Gli esami autoptici, sottolineano gli esperti, non sono semplici in quanto “i resti del cadavere sono abbastanza compromessi. Ci sono lesioni da macro fauna, cioè morsi di animali selvatici. C’è del terriccio che è stato analizzato e prelevato. Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati”. Così il medico legale Giuseppina Certo consulente della famiglia Mondello che ha partecipato all’autopsia a Messina. “Abbiamo acquisito dei dati – aggiunge – mancano gli arti e parti di tessuti. Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dall’indagine specialistica. Deve essere tutto ricostituito singolarmente mettendo assieme tutti i tasselli. Oggi – chiosa la consulente – non si può mettere alcun punto certo sull’analisi del bambino”.

“Alla luce degli esami strumentali eseguiti sui resti cadaverici del bambino, è necessario approfondire gli accertamenti allo scopo di verificare eventuali correlazioni “causa-effetto” tra alcune particolari lesioni rilevate in sede autoptica e le caratteristiche dei luoghi, ma non solo”, ha detto dopo l’autopsia, il direttore del Centro investigazioni scientifiche (Cis), Luca Chianelli, consulente nominato dai legali dei genitori di Viviana Parisi, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. “Anche le superfici dell’abitacolo della Opel Corsa – aggiunge – dovrebbero essere valutate nella medesima ottica comparativa: la dinamica del sinistro e l’eventuale presenza di specifiche tracce biologiche all’interno dell’autovettura potrebbero dare corpo ad una prima lettura della fase iniziale della successione degli eventi”

Il medico legale Elvira Ventura Spagnolo, perito della Procura di Patti ha aggiunto: “Al termine di tutte le operazioni avremo un quadro definitivo e completo, al momento si tratta di agire per singoli passaggi non tralasciando alcunché ed evitando di perdere elementi che potrebbero essere utili. Siamo un gruppo ben affiatato abbiamo diverse professionalità che cooperano e collaborano nelle attività cercheremo di fare del nostro meglio per ottenere tutto il possibile dal cadavere”.

″È stata fatta la tac come prima indagine – ha ricostruito il medico legale – dopo di che abbiamo proceduto con la collaborazione dell’ entomologo e dello zoologo forense alle varie attività di ispezione, analisi, prelievo di campioni che naturalmente richiederanno ulteriori approfondimenti. I passaggi successivi – ha annunciato – saranno ulteriori analisi sia sugli indumenti sia sui resti. Ci sono stati sempre assegnati 90 giorni di tempo per la relazione. È importante agire nel miglior modo possibile e non tralasciare nulla di ciò che il cadavere può fornire al termine si avranno i risultati”.

A parlare al termine dell’autopsia anche il medico legale Daniela Sapienza, perito della Procura di Patti: “Se esiste una ferita di arma da taglio sul corpo del piccolo Gioele non lo possiamo dire, non abbiamo la possibilità di fare una valutazione del genere. Non abbiamo concluso le analisi e non possiamo sapere se c’è un riscontro del genere”.

“Scoprire come è morto Gioele – aggiunge Sapienza – mi sembra una cosa, in via aleatoria, possibile. Ma dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e li valuteremo. Purtroppo ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibili alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo”.

L’espera aggiunge: “Ci sono fenomeni trasformativi e l’effetto della macrofauna e della microfauna che rendono ovviamente difficile qualsiasi riscontro e valutazione. Abbiamo cominciato a fare alcuni esami su alcuni resti e dovremmo ovviamente continuare affinché riusciamo a raccogliere qualsiasi elemento di giudizio che abbia un riscontro di natura oggettiva che possa servire agli inquirenti”.

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