Stefan Schwoch, il bomber che ha scritto la storia della Serie B

Chi ha vissuto gli anni Novanta e Duemila con il telecomando fisso sulle partite del campionato cadetto associa automaticamente la Serie B a un nome: Stefan Schwoch. Attaccante brevilineo, capelli lunghi e fascetta, istinto del gol quasi automatico, Schwoch è stato per anni il miglior marcatore di sempre del torneo, con 135 reti in 380 presenze distribuite su 11 stagioni tra Ravenna, Venezia, Napoli, Torino e soprattutto Vicenza.
Oggi il primato assoluto appartiene a Massimo Coda, che negli ultimi campionati ha superato quota 135 gol, ma il nome di Schwoch resta stabilmente sul podio della classifica all-time dei bomber della Serie B, dietro solo alla punta campana e davanti a gente come Daniele Cacia e Andrea Caracciolo. Una posizione che racconta bene il peso specifico del centravanti nato a Bolzano nel 1969, diventato nel tempo idolo dei tifosi di Napoli e Vicenza e simbolo del “bomber di categoria”, quello che in B è garanzia di gol e promozioni.
Le origini e l’esplosione tra Ravenna e Venezia
La strada verso l’élite è stata tutt’altro che lineare. Schwoch passa anni nelle categorie inferiori, segnando a raffica tra C2 e C1 con Livorno e Ravenna prima di affacciarsi finalmente alla Serie B nella stagione 1996-97 proprio con il club romagnolo: 8 gol alla prima esperienza nel campionato cadetto, sufficienti per attirare attenzioni importanti.
Il vero salto avviene però al Venezia. Nel 1997-98 Walter Novellino si porta in Laguna il centravanti altoatesino: la squadra chiude seconda alle spalle della Salernitana e torna in Serie A dopo trent’anni. Schwoch firma 17 reti in campionato, condividendo il titolo di miglior marcatore dei lagunari e risultando decisivo nella cavalcata promozione.
Quell’annata non è solo il primo vero exploit in Serie B: è il manifesto del suo modo di interpretare il ruolo. Non il classico centravanti granatiere, ma un attaccante tecnico, bravo a proteggere palla, a venire incontro, a riempire l’area con tempi di inserimento perfetti. Le cronache dell’epoca insistono proprio sulla miscela di tecnica, intelligenza e fiuto del gol che ne faceva un centravanti “moderno” ante litteram.
Napoli 1999-2000: la stagione della consacrazione
Il passaggio che trasforma Schwoch in icona avviene a Napoli. Dopo un breve periodo in azzurro nella seconda parte del 1998-99, con 6 reti in 22 presenze, la stagione successiva è quella che lo consegna alla memoria collettiva del tifo partenopeo.
Nel 1999-2000, ancora con Novellino in panchina, il Napoli centra la promozione in Serie A al termine di un campionato tiratissimo, con diverse squadre in lotta per i primi posti. Il trascinatore offensivo è proprio Schwoch: 22 gol in 35 presenze in Serie B, un ruolino che eguaglia il record di marcature in una singola stagione per un giocatore del Napoli, primato che apparteneva ad Antonio Vojak dagli anni Trenta e che verrà battuto solo dai numeri mostruosi di Cavani e poi Higuaín.
Quella stagione è probabilmente il picco assoluto della sua carriera in Serie B: punizioni, colpi di testa, zampate da rapinatore d’area, rigori pesanti. Il San Paolo (oggi Maradona) ribolle e l’immagine di Schwoch che esulta sotto la Curva B con la fascetta nei capelli resta una delle icone del Napoli “di mezzo”, quello tra il post-Maradona e l’era De Laurentiis.
Torino e il ritorno “di categoria”
Dopo l’impresa napoletana, Schwoch viene chiamato a fare lo stesso miracolo a Torino. Nel 2000-01 firma 8 gol in 31 presenze in campionato: numeri meno clamorosi, ma ugualmente utili in una squadra più equilibrata, che chiude nelle prime posizioni e riconquista la Serie A.
È anche la stagione in cui si definisce una volta per tutte il suo destino: ogni volta che lui c’è, la Serie B tende a finire con una promozione. Anche quando non è il capocannoniere assoluto del torneo, è il riferimento offensivo di squadre costruite per salire.
Vicenza, casa e laboratorio dei suoi record
Se Napoli è il luogo della consacrazione emotiva, Vicenza è la casa dei numeri. Schwoch arriva al Menti nel 2001, in un club appena retrocesso dalla Serie A: resterà lì fino al ritiro nel 2008, diventando il miglior marcatore della storia biancorossa con 81 gol complessivi, 74 dei quali in Serie B.
Le sue migliori stagioni cadette con il Vicenza sono tre:
- 2001-02 – 13 gol in 31 partite
Primo impatto con la maglia biancorossa e primo campionato oltre la doppia cifra: Schwoch si inserisce subito come terminale offensivo principale, pur in una squadra che vive alti e bassi. - 2002-03 – 19 gol in 33 partite
È l’annata da “super Schwoch” in Veneto. Il Vicenza chiude ottavo ma vanta il miglior attacco del campionato con 55 reti, di cui 19 portano la sua firma. Sommando anche la Coppa Italia, l’attaccante arriva a 23 gol stagionali. - 2004-05 – 12 gol in 33 partite
In una stagione complicata, conclusa ai playout, il centravanti regge praticamente da solo il peso dell’attacco, toccando ancora la doppia cifra in B e risultando decisivo anche negli spareggi salvezza.
Colpisce la longevità: nel 2006-07, a 37 anni compiuti, segna ancora 11 gol in 37 gare di Serie B, dimostrando che il fiuto sotto porta non conosce anagrafe.
I 135 gol in Serie B e il sorpasso di Coda
Tirando le somme, la carriera di Schwoch in Serie B parla di 135 gol in 380 presenze, distribuiti così: 8 con il Ravenna, 17 con il Venezia, 28 con il Napoli, 8 con il Torino e ben 74 con il Vicenza. Per anni questo bottino gli è valso il titolo di miglior marcatore di sempre del campionato cadetto, obiettivo sfiorato ma mai agguantato da Daniele Cacia, fermatosi a 134.
Negli ultimi anni, la corsa al suo record è stata una sorta di “saga” parallela alla Serie B stessa. Prima Cacia, poi Andrea Caracciolo, poi una lunga serie di tentativi andati a vuoto. Solo Massimo Coda è riuscito a raggiungere e poi superare la fatidica quota 135, firmando prima l’aggancio e in seguito il sorpasso con la maglia di club impegnati stabilmente nel campionato cadetto.
Il fatto che siano serviti così tanti anni e la carriera di un altro specialista del campionato per migliorare il suo primato dà l’idea della straordinarietà del percorso di Schwoch: non una meteora, ma una presenza costante, quasi “garantita”, in doppia cifra per oltre un decennio.
Oggi Stefan Schwoch è una voce riconoscibile per chi segue la Serie B in televisione: lavora come commentatore, spesso proprio per raccontare il campionato che lo ha reso grande, e continua a essere un riferimento affettivo per Napoli e Vicenza, dove viene celebrato con interviste, premi alla carriera e raduni nostalgia.
Nel frattempo il torneo è cambiato: più giovani in vetrina, maggiore attenzione ai dati, crescente interesse anche fuori dai confini nazionali. In questo contesto sono nati strumenti che permettono di avere quote serie b aggiornate in tempo reale, messe a confronto da diversi operatori su piattaforme di comparazione dedicate: un modo per leggere come viene percepito il valore delle squadre e dei singoli bomber, e per capire quanto pesi ancora oggi il ruolo dell’attaccante “alla Schwoch” nelle gerarchie della categoria.
Eppure, per quanto il campionato evolva, la figura di Schwoch resta un punto fermo: il bomber che ha attraversato generazioni di tifosi, promosso squadre del Nord e del Sud, riempito stadi storici e lasciato un’eredità statistica che, anche dopo il sorpasso di Coda, continua a definire l’asticella per chiunque voglia essere davvero, per una vita intera, “l’attaccante della Serie B”.





