Coronavirus

La bozza del nuovo Dpcm di Draghi, la Terza Ondata e il rischio lockdown

l testo provvisorio del decreto ministeriale, il primo del nuovo premier, sarà oggi distribuito alle Regioni: l’approvazione è attesa per la serata di venerdì 26 febbraio o per il week end. Ma i numeri in crescita dei positivi a causa della variante inglese fanno aumentare la possibilità che sia necessaria una nuova stretta

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La bozza del nuovo Dpcm di Mario Draghi sarà inviata oggi alle Regioni e l’approvazione è prevista tra la serata di venerdì 26 febbraio e il week end. Il nuovo decreto ministeriale, il primo firmato dal nuovo premier, conterrà una stretta nelle regole e nuove restrizioni che saranno valide dal 6 marzo fino al 6 aprile mentre per oggi è prevista l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che potrebbe cambiare colore da giallo ad arancione e da arancione a rosso ad alcune regioni. Intanto però preoccupano i numeri dei positivi in crescita che sembrano preludere all’arrivo della Terza Ondata a causa della variante inglese del coronavirus e mettono l’Italia a rischio lockdown totale.

Aggiornamento: la bozza del nuovo Dpcm di Draghi

La bozza del nuovo Dpcm di Draghi è stata inviata alle Regioni e stanno uscendo le prime anticipazioni. Le misure sono confermate a partire dal 6 marzo e fino al 6 aprile, quindi comprendono Pasqua. “Le disposizioni del presente decreto – si legge nel testo – si applicano dalla data del 6 marzo 2021, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021, e sono efficaci fino al 6 aprile 2021”, il giorno dopo Pasquetta. In sintesi:

  • Le scuole superiori restano aperte con almeno il 50% in presenza.
  • I musei e i cinema saranno aperti dal 27 marzo ma con prenotazione online.
  • Salta la stagione sciistica: le piste restano chiuse fino al 6 aprile.
  • I bar e i ristoranti restano chiusi dopo le 18.
  • In zona rossa vengono chiusi anche barbieri e parrucchieri. Stop anche a sale giochi, sale scommesse e parchi divertimento.

Nella bozza si legge: “Sono sospese le attività inerenti servizi alla persona, diverse da quelle individuate nell’allegato 24″, tra parentesi però è riportato che dall'”allegato 24 vengono eliminati i servizi dei saloni di barbiere e di parrucchiere”. Per i musei il testo recita: “”A far data dal 27 marzo 2021, il sabato e i giorni festivi il servizio è assicurato a condizione che l’ingresso sia stato prenotato on line o telefonicamente con almeno un giorno di anticipo”. E ancora: “A decorrere dal 27 marzo 2021, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi”.

E a proposito di conviventi, biene cancellata dal bozza del nuovo dpcm la misura – citata nel precedente documento, secondo cui – “con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. Nella bozza del nuovo provvedimento restano comunque “vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”. Resta il coprifuoco: “Dalle ore 22,00 alle ore 5,00 del giorno successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute – si legge nel testo – È in ogni caso fortemente raccomandato, per la restante parte della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.

Nella bozza del Dpcm inviato alle Regioni il governo conferma l’apertura delle scuole superiori fino a un minimo di 50% in presenza, fino a un massimo del 75%. Ma fonti di governo puntualizzano all’Adnkronos che la questione è in realtà ancora aperta, tanto che è stato chiesto un parere tecnico al Cts per valutare l’impatto delle varianti sul sistema scolastico. Intanto fiere e discoteche restano chiuse anche in zona bianca: “Restano sospesi gli eventi – si legge nella bozza – che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, comprese le manifestazioni fieristiche e i congressi nonché le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”.

Le scuole comunque restano aperte. “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado – si legge nella bozza – adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza”. Nel testo, di differente rispetto al precedente Dpcm, è inoltre riportato che “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”.

Riguardo cinema e teatri, le attività “potranno svolgersi a condizione che siano approvati nuovi protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento, approvati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e validati dal Comitato tecnico-scientifico, che indichino anche il numero massimo di spettatori per spettacoli all’aperto e di spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni di cui alla presente lettera”.

Al fine di dare attuazione agli indirizzi forniti dalle Camere ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 19 del 2020, è istituito presso il Ministero della salute un tavolo tecnico di confronto, costituito con decreto del Ministro della salute, composto da rappresentanti del Ministero della salute, dell’Iss, delle Regioni e delle Province autonome su designazione del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nonché da un rappresentante del Ministro per gli affari regionali e le autonomie per procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione di rischio.

Infine, alle persone che hanno soggiornato o transitato in Brasile nei 14 giorni precedenti, l’ingresso nel territorio nazionale è consentito per raggiungere anche il domicilio, abitazione o residenza dei figli minori (in aggiunta al proprio).

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