Conte ha firmato il Dpcm. Ecco come chiuderà l’Italia da domani
A quanto apprende l’Adnkronos, il premier Giuseppe Conte ha firmato prima della mezzanotte il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid, che verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale domani mattina.
«Non si cambia nulla nella sostanza». Così fonti di governo all’Adnkronos in merito al Dpcm che il premier Giuseppe Conte ha firmato prima della mezzanotte. In serata le Regioni avevano avanzato alcuni rilievi ma, a quanto si riferisce, lo schema del decreto non avrebbe subito variazioni.
Il governo ha deciso. Dopo numerose ipotesi e numerose fughe di notizie ora appare chiaro che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha sciolto il nodo relativo al coprifuoco. Secondo quanto riportano Ansa e AdnKronos nella bozza del decreto il coprifuoco dovrebbe scattare alle ore 22 su tutto il territorio nazionale.
Nella bozza del Dpcm in discussione è previso che «le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020».
«Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. E in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi»
Nelle zone rosse si potrà uscire di casa solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute», nonché per tutti quegli spostamenti «strettamente necessari» ad accompagnare i bambini a scuola. Lo prevede la bozza del Dpcm consegnata agli enti locali. Il comma 4 dell’articolo 1 ter, alla lettera A, afferma che «è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita» dalle «Regioni o parti di esse» che si trovano nelle zone rosse «nonché all’interno dei medesimi territori». Nelle stesse zone, viene sottolineato da fonti di governo, restano aperte «industrie, artigianato, edilizia e servizi», oltre alle scuole elementari e alla prima media.
LE ZONE A MASSIMO RISCHIO Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. «Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari». Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria «in prossimità della propria abitazione» e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva «esclusivamente all’aperto e in forma individuale». Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.
Nelle zone ad alto rischio contagio «sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettai i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio». Si legge nella bozza del Dpcm. «Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».