Coronavirus

Spostamenti tra comuni vietati: Conte ci ripensa

La partita si giocherà nel week end e già nelle prossime ore, da Bruxelles, il presidente del Consiglio potrebbe sentire Matteo Salvini. Il leader leghista aveva già chiesto più volte di rivedere le restrizioni e a questa richiesta si è aggiunta ora una fronda della maggioranza: dal ministro M5s Luigi Di Maio («assurdo che tra piccoli comuni non ci si possa spostare») a quello di Italia Viva, Teresa Bellanova («ora si cambi») fino ad una piccola quota di componenti del Pd.

Il premier Giuseppe Conte avrebbe aperto una riflessione sull’opportunità di allargare le possibilità di spostamento tra Comuni a Natale. È quanto apprende l’ANSA da fonti parlamentari. Il divieto di uscire dal Comune in cui ci si trova è previsto il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio.

La riflessione aperta da Conte, secondo le stesse fonti, potrebbe portare a modifiche al decreto legge sul Covid o a un aggiornamento delle Faq del governo, con un’interpretazione estensiva delle situazioni di necessità che giustificano lo spostamento tra Comuni.

Si sta pensando ad una linea più morbida con il Divieto di spostamenti a livello provinciale piuttosto che comunale. È questa la modifica che potrebbe essere introdotta per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Dietro ci sono le pressioni di alcuni partiti politici, di presidenti di regione (come quello del Piemonte) e di alcune comunità.

Ad alzare la voce sono soprattutto i comuni più piccoli. Assurdo pensare che una Città come Roma ha circa venti chilometri tra un estremo all’altro mentre alcuni comuni solamente poche centinaia di metri.

Arrivano pressioni anche dal mondo produttivo. In particolare ad esempio Cia-Agricoltori Italiani che, preoccupata per la tenuta delle strutture agrituristiche, pone l’interrogativo: “Aperti per chi?”: il divieto agli spostamenti tra i Comuni di tutta Italia nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio 2021, è l’ennesima scure sul settore agrituristico e arriva a vanificare l’unica fonte di guadagno rimasta entro fine anno, come anche una delle poche occasioni di condivisione in sicurezza, il pranzo delle festività natalizie e di Capodanno fuori casa e negli agriturismi.

Intanto il Viminale ha pronto già il piano per contrastare un’ondata di persone che in barba alle regole è pronta ad attraversare comuni e città intere.

“Le attività in argomento, che dovranno prevedere aliquote della polizia locale – scrive Gabrielli – dovranno essere più pregnanti dal 21 dicembre al 6 gennaio nonché nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del 1 gennaio” viste le “particolari limitazioni degli spostamenti tra regioni e comuni”.

Per il momento chi verrà trovato al di fuori del proprio Comune, ai sensi del decreto legge 25 marzo 2020, rischia una multa dai 400 fino ai 1.000 euro.

Ad esempio la frazione di Quarto, nel Piacentino, è divisa in 3 comuni. C’è infatti una strada che divide a metà il piccolo centro abitato. La Frazione da una parte è Comune di Piacenza, dall’altra di Gossolengo e inoltre esternamente la frazione risponde al Comune di Podenzano. Una situazione anomala, che non è mai stata vissuta come un grosso problema, ma che, per il decreto del governo sulle festività, come ha raccontato il quotidiano Libertà, dividerà numerose famiglie. 

«Io – racconta una donna al quotidiano Libertà – vivo nella parte di Gossolengo, i miei fratelli in quella di Piacenza, tra le nostre case, la distanza in linea d’aria è di una cinquantina di metri. Ma essendo in due comuni diversi, quest’anno, non ci troveremo a pranzo per festeggiare insieme il giorno di Natale. Il decreto anti-Coronavirus non lo permette». «Io – racconta un altro residente al giornale piacentino – vivo nel comune di Piacenza, mia suocera, invece, abita nella zona di Gossolengo. Nonostante ci divida un solo minuto d’auto, teoricamente il 25 dicembre io e mia moglie non potremmo spostarci per pranzare allo stesso tavolo». 

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